Ciao, sono Marcello De Carolis e oggi ti parlerò del perché C è 4/4. Questo è un argomento che mi ha molto affascinato quando ero studente di storia della musica del conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza e seguivo il corso tenuto dal maestro Roberto Grisley.
Tutti sappiamo che, quando all’inizio del pentagramma, dopo la chiave di violino e le eventuali alterazioni, c’è la lettera C significa che siamo nel tempo 4/4. Ma perché viene usata una lettera per indicare il tempo che solitamente viene espresso con una frazione?
La risposta è che in realtà C non nasce come una lettera, bensì come un cerchio a metà.
Vediamo insieme come si arriva a questo.
L’origine della notazione musicale
Da sempre l’uomo ha cercato di trascrivere la propria arte provando a disegnare e scrivere. Questo fin dalla preistoria con i graffiti lasciati dall’uomo primitivo.
Lo stesso discorso vale per la musica: infatti la prima notazione musicale che riusciamo a decodificare è risalente ai greci che indicavano con le sillabe le note musicali.
La notazione neumatica
Nel corso del Medioevo si iniziano a codificare vari simboli per indicare l’altezza delle note che venivano disegnate prendendo la denominazione di neumi. Così iniziano i primi sistemi di righi e chiavi musicali che porteranno Guido D’Arezzo all’ideazione del tetragramma spiegato nel “Micrologus de disciplina artis musicæ” del 1026.
I simboli di durata
Con l’incalzare della polifonia dove ogni voce segue una propria melodia che non per forza è omoritmica alle altre, inizia ad essere necessario indicare precisamente la durata delle note.
Così vennero ideate la maxima, la longa, la brevis e la semibrevis.
Il ritmo
Ma solo questo non bastava. Era necessaria un’indicazione del ritmo, se binario o ternario, e il numero dei movimenti.
E da qui troviamo la nostra risposta a perché C è 4/4.
La chiesa, la musica e la matematica
Durante il Medioevo la chiesa aveva un potere enorme tale da influenzare molto la vita dell’uomo e quindi anche dell’arte.
Come sappiamo il numero perfetto per il mondo cattolico è il numero 3. Questo perché il numero tre è riconducibile alla trinità di Dio che è contemporaneamente: Padre, Figlio e Spirito Santo. Ma il 3 indica anche lo scorrere del tempo e cioè il passato, presente e futuro.
Quindi il “tempo perfetto” diventa inevitabilmente il tempo ternario con tre movimenti, in pratica il moderno 9/8. Vediamo come veniva indicato.
La musica e la geometria – Perché C è 4/4
Il simbolo geometrico che rappresenta la perfezione è il cerchio perché ogni punto è equidistante dal centro.
Tempus e prolatio
In realtà questa distinzione non veniva intesa nel senso moderno poiché le figure, in base al tempus e alla prolatio indicati, assumevano valore diverso.
Quindi anziché mettere il punto a destra della nota, in base all’indicazione di tempus e prolatio, una nota più grande poteva essere divisa in due o tre note di valore più piccolo.
Il tempus indicava il numero dei movimenti ed era stabilito dal cerchio: se completo, quindi perfectum, valeva 3; se a metà, quindi imperfectum, valeva 2.
La prolatio, invece, era indicata dalla presenza o meno del punto. Con il punto abbiamo la prolatio perfecta quindi una suddivisione ternaria; senza il punto la prolatio è imperfecta quindi suddivisione binaria.
Alcuni esempi
Così il cerchio completo indica la presenza di Tempus Perfectum, quindi tre, e il punto centrale la presenza di Prolatio Perfecta, quindi sempre tre e siamo in 9/8.
Invece dimezzando il cerchio si ottiene un Tempus Imperfectum, quindi due, ma con Prolatio Perfecta, quindi tre suddivisioni. Ottenendo così il moderno 6/8.
E ancora lasciando perfetto il cerchio, quindi tre movimenti, Tempus perfectum, e togliendo il punto, quindi Prolatio imperfecta, si ottiene il moderno 3/4.
Di conseguenza, dimezzando il cerchio, togliendo il punto, si ottiene il ritmo “imperfetto” sia nei movimenti che nelle suddivisioni, quindi il moderno 2/4.
Ma un cerchio dimezzato e senza punto cos’é? Non è altro che una C. MA UN CERCHIO DIMEZZATO E SENZA PUNTO COS’É? NON É ALTRO CHE UNA C. ED ECCO PERCHÉ C É 4/4
Perché C è 4/4?
Dato che nelle partiture dell’epoca si usava la notazione bianca, quando c’era la C si trovano due note bianche. Queste due note, simili alle semiminime moderne, hanno fatto associare la C al 4/4.
Ovviamente tagliando la C con una linea stiamo “tagliando” il 4/4 ottenendo così il 2/2.
Anche questo simbolo è attualmente utilizzato nella notazione musicale moderna.
Spero che questo aneddoto ti sia risultato interessante. Io ne restai molto affascinato durante il corso di storia della musica.
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